NON È QUI, È RISORTO
NON È QUI, È RISORTO

Tutta la vita di Gesù, potremmo dire, sta tra due “grotte”: quella della nascita e quella della morte. La festa pasquale che celebriamo nella fede porge al mondo, per volere del Padre, il frutto meraviglioso che questi luoghi offrono a quanti chiedono di essere illuminati.
Ecco chi è il Gesù Pasquale: Colui che fu concepito da Spirito Santo, generato da Maria, avvolto in fasce e deposto, è ora da Giuseppe di Arimatea tolto dalla croce, avvolto in un lenzuolo e deposto. Sono la cura che mani umane prestano a Dio; toccano il suo corpo, non per prendere qualcosa, ma per donargli ciò di cui ha bisogno. Dio si compiace di essere toccato da chi lo ama.
Così lo riconosciamo e adoriamo, avvolto nella sindone e adagiato nella “grotta”. Pasqua è l’adorazione dell’umiltà del Dio fattosi uomo: Egli è in tutto simile a noi che veniamo dalla terra e alla terra ritorniamo.
Solidale con noi fino in fondo, si è donato totalmente. Gesù è stato deposto a dimora nel sepolcro, la “grotta” dalla quale cerchiamo disperatamente e invano di fuggire. Il primo atto della sua Risurrezione consiste nell’ accettare la condizione umana di ciò che nessuno mai vorrebbe essere, ma che tutti, prima o poi, diventiamo: un corpo destinato alla decomposizione.
Da questo luogo e da questa condizione mortale inizia per Lui, e grazie a Lui anche per noi, il compimento della Promessa fatta all’umanità dal Padre nel Figlio: “Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto” (Gv 12,24). Il Suo corpo riposto nella “grotta” è il seme della vita. Egli non salva dalla morte, ma nella morte. Quella “grotta” dove riposano i morti è il luogo in cui tutta l’umanità si dà appuntamento. Infatti nessuno sopravvive alla morte e, alla fine, tutti passano dalla sua apertura.
Con la Sua Pasqua di morte e resurrezione anche Gesù, il Figlio obbediente al Padre, ne varca la soglia, la luce entra nel buio della notte, la Vita di Dio nella carne morta. La “grotta” nella quale sono tutti i figli del Padre diventa anche la sua dimora: finalmente anche Lui è con noi, Egli, la Vita di tutto ciò che è chiamato alla vita.
Questo passaggio - la Pasqua di Gesù - è salvezza cosmica che si attua attraverso la vittoria della Croce.
Da questo luogo ha inizio la vittoria sulla morte, la “grotta” diventa nuovamente, come all’inizio della vita terrena di Gesù, la culla della speranza.
Da questo luogo si può udire l’annuncio della vita: “Non è qui!” (Gv. 24,6).
La morte non fa più paura, in essa ora è contenuto il seme della vita: Cristo Risorto.
In questo giorno pasquale riconosciamolo Pastore della vita che viene incontro ai suoi per strapparli dalla morte, che si era fatta loro pastore.
Contempliamo il sepolcro vuoto che è stato il grembo della morte che genera la vita. Vita che è il Crocifisso Risorto.